giovedì 3 maggio 2012

La strana storia delle consulenze professionali


In ambito legale si trova spesso la frase “diligenza del buon padre di famiglia” per sottolineare le responsabilità delle pubbliche amministrazioni nell’attuare quell'insieme di scelte condivisibili, ragionevoli e talvolta anche ovvie per gestire un dato problema. 

Da buoni padri di famiglia quali molti di voi sono, spendereste mai ulteriori soldi per servizi che già pagate? Ebbene ogni anno l’Italia spende 2 miliardi di euro in consulenze pubbliche dispersi in migliaia di incarichi (276 mila per l’esattezza) più o meno inutili, più o meno bizzarri. Figure professionali esterne che diventano doppioni rispetto ai già abbondanti dipendenti pubblici. Ovviamente Vigonza non è da meno.

Tra gli 84 dipendenti comunali vigontini figurano dottori, ingegneri, geometri e ragionieri; tutti ovviamente ben retribuiti per le loro funzioni. Perché allora avvalersi di tecnici esterni al comune per “analisi tecnico economiche” (4.039 €), “verifiche  dei termini di validità urbanistica” (2.496 € ancora da saldare), “assistenza perequazione urbanistica” (6.240 € ancora da saldare)?

Tra le spese più bizzarre un generale “incarico per la sicurezza” alla modica cifra di 6.120 €, un “indagine sul mercato del lavoro” per 10.000 €,  una “relazione sulla tutela della salute” a 7.500 € e infine un indispensabile “perizia grafologica” per soli 2.080 €.

Soltanto nel primo semestre 2011 si sono investiti oltre 110 mila euro per consulenze, di cui 50 mila già saldati, di queste oltre 60.000 euro vanno per consulenze legali, speriamo giustificate. Ora stiamo a vedere come proseguirà.

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